Antonio Ferrara intervista Germano Dalcielo


germano dalcielo scrittoreOggi è ospite del mio blog Germano Dalcielo attivissimo scrittore che ha scelto di non avere “padroni” per quello che concerne i suoi romanzi.

1 Chi è Germano Dalcielo per Germano Dalcielo?

Uno sicuro di sé e convinto dei propri mezzi che non si è mai scoraggiato quando i riscontri erano pochi e le entrate non coprivano nemmeno la metà degli investimenti. Uno che non ha ceduto al ricatto dell’editoria a pagamento, credendo fino in fondo che quello che aveva scritto valesse qualcosa. Uno che sa che pensare di essere già “arrivato” è l’errore più grave che possa commettere.


2 Come ti è venuta in mente la follia di scrivere?

Una sera un camion per traslochi aveva tranciato il palo della luce nella piazzetta del mio condominio. Ho preso una candela e mi sono ritrovato a chiedermi cosa diavolo potessi fare. Ho piazzato la candela sul comodino, ho preso l’agenda e una penna e mi sono messo a fare il riassunto della mia vita fino a quel momento, nel 2008. Beh quell’interruzione di fornitura fu galeotta perché da lì è nato il mio primo libro, Il gene dell’azzardo, una mia autobiografia/diario sulla dipendenza dal gioco d’azzardo. A quel punto scrivere diventa una droga, non puoi più farne a meno, sempre che uno ce l’abbia nel DNA. Una volta affiorata in superficie, non puoi più metterla a tacere.


3 Il segreto di Gesù. Perché comprarlo
?

Primo perché costa poco, sia nella versione digitale che cartacea, e poi perché è un romanzo che nasconde tra le righe un messaggio più profondo, con l’intento di far scaturire una riflessione nel lettore che non si fermi semplicemente all’illazione che faccio nel testo, per quanto possa essere forte o scandalosa. Ho scritto questo libro non tanto per un fine spudoratamente commerciale (altrimenti non lo venderei a 89 centesimi), quanto per instillare un dubbio legittimo su chi fosse in realtà questo carismatico predicatore che la Chiesa ha idealizzato manipolandone per tornaconto personale vita, morte e miracoli. Ma non voglio spoilerare troppo e mi fermo qui.

4 Edizione cartacea o eBook?

Il futuro è digitale, su questo non ci piove. Parlando sia da autore che da lettore, l’ebook ammortizza i costi notevolmente. Niente spese di stampa, spedizione, logistica, ma soprattutto si azzerano i tempi di attesa: un file è scaricabile in un minuto, per un libro cartaceo rischi di aspettare anche un mese.


5 Il libro che consiglieresti di leggere?

Sicuramente un thriller, il mio genere preferito. Per andare sul sicuro L’ultimo Catone di Matilde Asensi, che non mi faceva staccare dalle pagine nemmeno alle 4 di notte, oppure Non dirlo a nessuno di Harlan Coben, un maestro nel far venire l’ansia al lettore “malcapitato” di turno.


6 L’ultimo libro che hai letto?

Ninna nanna di Chuck Palanhiuk, autore che adoro per il linguaggio sempre sopra le righe. Non mi ha entusiasmato come Soffocare, il suo capolavoro, ma è stata comunque una lettura piacevole.


7
Self-publishing? Come mai questa scelta? Ti rende? Ti appaga? Lo consiglieresti a un giovane e volenteroso autore?

Sì, mi sento di consigliarla al momento come l’unica strada possibile per chi ha pochi mezzi. Oggigiorno non tutti possono spendere 600 euro per farsi leggere da un agente letterario e arrivare, se il libro è valido, a qualche grande casa editrice. Il self-publishing riduce le spese iniziali al minimo: un codice ISBN può costare pochi euro per il cartaceo, sull’ordine di 20 o 30 o addirittura gratis come su Lulu, e pochissimi per la versione ebook (2 euro, se non gratis come su Youcanprint). Io ho scelto il self-publishing anche per un altro motivo: una volta finito di scriverlo, volevo pubblicare il libro e farmi leggere. I tempi di attesa per la valutazione in casa editrice vanno dai 3 ai 9 mesi. Troppi. Io volevo tutto e subito. Il self publishing ha esaudito la mia “fretta”.

Per quanto riguarda l’aspetto pecuniario, dipende molto dal prezzo che imposti. Vuoi guadagnare qualcosa o preferisci farti leggere da più persone senza pensare al vil denaro? Ecco, io ho preferito che il mio libro potesse arrivare su quanti più dispositivi e e-reader possibili, al prezzo di un caffè. Poi sarà il passaparola a decretarne il successo e, eventualmente, a rimpinguare un po’ il conto in banca perennemente in rosso.


8 Ci si può provare a vivere di scrittura?

In Italia è difficile. Vivere solo di scrittura no, sicuramente può essere una seconda, piccola entrata utile per coprire qualche spesa extra, come bollette, assicurazioni, cene fuori. Ma pensare di arrivare a fine mese con i soldi provenienti dal proprio libro, no, è utopia. A meno di chiamarsi Ammaniti o Faletti.


9 Come scrivi? Quando scrivi? Dove scrivi?

Scrivo sulla mia agenda quando porto il cane al parco a correre, tre volte al giorno. Sono gli unici momenti della giornata che riesco a ritagliare per me stesso e per la mia “figlioletta” pelosa.
 

10 Come nasce la tua passione per le storie?

Dalla lettura ovviamente, sin dalle scuole medie. Divoravo i gialli di Agatha Christie e i racconti di Conan Doyle. A mio parere uno scrittore non può non essere (stato) anche un avido lettore. È una conditio sine qua non imprescindibile.


11 Qualche anticipazione su un tuo progetto futuro?

Sto scrivendo il mio quarto romanzo, sempre un thriller, dal titolo provvisorio “Muori urlando”. L’ennesimo serial killer con turbe psichiche? No no, acqua acqua…


12 Un tuo consiglio a un bravo autore che vorrebbe fare il mestiere di scrittore.

Di preoccuparsi solo di scrivere, di prefiggersi sempre un obiettivo, come può essere quello di migliorarsi e di cimentarsi in più generi, senza paura di sbagliare o di non essere all’altezza. Sbagliando si impara, sarà banale, ma è così. E soprattutto di non mollare mai. I sogni spesso si avverano se ci credi fino in fondo.

13 Cosa vuol fare da grande Germano Dalcielo?

E me lo domandi?

Grazie per essere stato mio ospite

Grazie a te

Germano Dalcielo Offical Blog

Dice di lui: Ho 31 anni, scrivo per passione e per esorcizzare i miei demoni. Sono matto, un po’ ossessivo compulsivo e leopardiano. Ho una figlia di nome Zuma, la luce della mia vita.

Informazioni su Antonio Ferrara


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