Antonio Ferrara intervista Dario Tonani


war_darioOggi ho il piacere come ospite per “Uno sguardo oltre la siepe” lo scrittore Dario Tonani.

1) Chi è Dario Tonani per Dario Tonani?

Un tipo abbastanza schivo, che brucia per la scrittura, e non si estingue che in brevissime pause tra un progetto e l’altro.

2) Come ti è venuta in mente la follia di scrivere?

Leggendo, come credo per quasi tutti gli scrittori. Avevo il desiderio di capire che cosa ci fosse a monte, e se per caso ci fosse di che divertirsi…

3) WAR?

Inteso come titolo, è un acronimo saltato in mente in una chat con l’editore, Alessandro Manzetti (ma l’idea è mia): “Weapons. Androids. Robots.”. Come progetto antologico, nasce invece dalla volontà di raccogliere storie legate a uno stesso filo conduttore: la guerra. La cosiddetta “Military Science Fiction”, Oltreoceano, ha uno zoccolo durissimo di cultori e di maestri, da Robert Heinlein a John Scalzi.

4) Edizione cartacea o eBook?

Potendo, entrambe. Cosa che cerco di ottenere anche elaborando un progetto proprio in funzione della sua destinazione: si veda il caso emblematico del mio “Mondo9” (Delos Books, 2012), diventato un Fix-up di storie uscite prima in formato digitale, e poi opportunamente elaborate e collegate in modo da dare all’insieme il respiro del romanzo.

5) Il libro che consiglieresti di leggere che in qualche modo ti ha segnato?

Due su tutti: “La strada” di Cormac McCarthy e “Il profumo” di Patrick Süskind.

6) Sembra che tu abbia un debole per la fantascienza e l’horror. Si scrivono allo stesso modo? C’è qualcosa che li accomuna?

Vero, confesso: ma mettiamoci anche il thriller. Il mio debole, però ora, non è più tanto per le forme pure dei due o tre generi, quanto piuttosto per la loro “commistione”, “ibridazione”, “contaminazione”… In questo senso, da qualsiasi parte le si prendano, sì, credo che si scrivano nello stesso modo.

7) Se dico Stephen King cosa rispondi? E se dicessi Isaac Asimov?

King è stato un grandissimo amore di un po’ di tempo fa, imprescindibile compagno di strada nei miei primi passi verso l’horror. Asimov è stato una meteora giovanile e basta.

8) Mezzotints?

Che dire, mi hanno conquistato subito. Progetto solido, grande professionalità, ottimo feeling personale. Direttamente o indirettamente ho lavorato con parecchie persone e vorrei ricordarle tutte: Alessandro Manzetti, il big boss; Luigi Acerbi, il direttore della collana “Raggi” (fantascienza); David Riva, il mio editor di “WAR”; Fabrizio Vercelli, responsabile dell’ufficio stampa; Daniele Serra, autore della splendida cover. Posso dire una sola cosa a conferma di come sia (stato) bello lavorare con loro: sono tutti diventati carissimi amici.

9) Come scrivi? Quando scrivi? Dove scrivi?

Una risposta che accomuna tutte e tre le domande: in autentiche full immersion durante i weekend, nel mio studio praticamente off limits

10) Come nasce la tua passione per le storie?

Con la pazienza di ascoltare e osservare, innanzitutto. E poi con la voglia di elaborare il materiale raccolto in qualcosa che non sia banale.

11) Qualche anticipazione su un tuo progetto futuro?

Sto lavorando al seguito di “Mondo9”, le cui storie usciranno prima in ebook, autonome, e poi in volume cartaceo, come per il primo libro della saga. Con aggiunte, materiale inedito e collegamenti vari. Ma c’è anche dell’altro, ovvio. Per esempio, i Militech di “WAR” mi perseguitano di notte, e penso che anche sul loro fronte ci saranno novità…

12) Un tuo consiglio a un bravo autore che vorrebbe fare il mestiere di scrittore.

Lo dico sempre: prima di tutto, leggere. E poi disciplinare la propria passione, scrivendo spesso e con continuità. La scrittura ha in sé qualcosa di “muscolare”, dev’essere tenuta allenata.

13) Cosa vuol fare da grande Dario Tonani?

Crescere come scrittore. Punto.

Grazie per essere stato mio ospite

Grazie di cuore a voi per la divertente chiacchierata. Posso fare una domanda io? Sono sempre 13 nelle vostre interviste? Io considero il 13 benaugurante! Stay tuned!

Le domande sono sempre 13 per svariati motivi: il 13 simboleggia Sant’Antonio, simboleggia un numero fortunato per me e poi simboleggia un numero nefasto per la cultura anglosassone (vedi Friday the 13th).

Informazioni su Antonio Ferrara


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