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Antonio Ferrara intervista Alessio Valsecchi


Alessio Valsecchi

Alessio Valsecchi

Oggi ospite per Uno Sguardo Oltre la Siepe Alessio Valsecchi. Nato il Giorno dei Morti del 1972, vive in provincia di Como e lavora a Milano. Gestisce dal 2003 il sito LaTelaNera.com (http://www.latelanera.com/), dedicato principalmente alla letteratura e al cinema “di genere nero”, e dal 2004 eBookGratis.net (http://www.ebookgratis.net/), dedicato alla distribuzione gratuita degli ebook, i libri digitali. Ha collaborato con importanti testate Web e piccole case editrici. È stato il direttore della rivista Necro, ha curato alcune antologie, e per Edizioni XII dirige la collana Mezzanotte, dedicata alla narrativa thriller e d’avventura.

[Antonio Ferrara]: Chi é Alessio Valsecchi per Alessio Valsecchi?

[Alessio Valsecchi]: Una spina nel fianco. Io vorrei tanto starmene su un divano a guardarmi serie TV a non finire, ma lui non mi lascia mai in pace e mi spinge a “organizzare cose”. Non c’è pace.

[Antonio Ferrara]: Come si riesce a portare avanti per tanti anni un progetto impegnativo come La Tela Nera?

[Alessio Valsecchi]: Sacrificando e investendo tanto tempo libero e dormendo sei ore a notte. Per seguire progetti che mi piacciono devo fare scelte ogni giorno, lasciando fuori dalla mia vita tante cose, TV e divano in primis. Per ora va bene così.

[Antonio Ferrara]: Edizione cartacea o eBook?

[Alessio Valsecchi]: La carta ha un fascino enorme, ma comincio a imbattermi in persone che ormai preferiscono il digitale e credo che col passare degli anni aumenteranno sempre di più. Scegliere l’uno o l’altro formato quando si tratta di “produrre qualcosa” dipende molto dalla finalità di quello che si produce. Siamo tutti sempre molto concentrati sul “romanzo”, ma i romanzi non sono certo l’unico tipo di libro che viene prodotto. Ci sono i saggi, i manuali, i cataloghi, le raccolte di racconti, poesie e fotografie.
Seguo progetti su entrambi i fronti e alla fin fine si tratta sempre di sfruttare al massimo i benefici di entrambi i mondi minimizzandone gli aspetti negativi. La carta è cool, ma costa e la distribuzione è un campo minato. Per progetti low cost il digitale è spesso una scelta obbligata.

[Antonio Ferrara]: Cosa ne pensi della piccola e media editoria NON a pagamento che sta dilagando in questi ultimi anni? Grande iniziativa oppure ennesima bidonata nei confronti degli autori?

[Alessio Valsecchi]: L’abbassamento dei costi di stampa ha permesso la nascita di tantissime nuove case editrici, con relativa proliferazione di ulteriori offerte editoriali e tante tante nuove opportunità di pubblicazione per aspiranti scrittori. Un po’ quello che è successo al mondo della fotografia con l’invasione delle reflex digitali: chiunque ne ha una pensa a se stesso come a un fotografo vero e in tanti “provano” a percorrere questa strada.
Una cosa da non dimenticare mai è che una “casa editrice” è fatta da persone, e che la sua serietà dipende direttamente da quella delle persone che la compongono.
Il vero problema sono però i mezzi: le piccole case editrici non hanno soldi per potersi imporre sulla distribuzione e sulla promozione. Sono aspetti di marketing fondamentali che vedranno sempre le “piccole” svantaggiate. Gli scrittori che pubblicano per esse devono saperlo, capirlo e accettarlo.

[Antonio Ferrara]: Cos’è cambiato nel panorama editoriale da quando hai fondato La Tela Nera fino ad oggi?

[Alessio Valsecchi]: Mi sembra sempre tutto uguale. L’ebook è una bella novità ma è ancora giovane e ha ancora numeri troppo piccoli. Per il resto non ho visto grossi cambiamenti in ambito prodotti, produzione e offerta. Quello che forse più cambiato oggi è la volontà delle grosse case editrici di stare più vicine ai loro lettori, di conversare con loro e stare ad ascoltarli. Del resto l’esplosione del fenomeno blog e dei social media ha reso necessario questo loro nuovo approccio. Ormai è “normale” al giorno d’oggi vedere le case editrici che “vanno” dai blogger a chiedere spazi e visibilità, dieci anni fa era rarissimo.

[Antonio Ferrara]: Vivere di scrittura, che ne pensi?

[Alessio Valsecchi]: Ho accennato all’argomento sul mio blog (http://lastanzabuia.blogspot.com/2010/11/scrittori-no-professionisti.html)
Credo sia possibilissimo vivere “di scrittura”.
Solo che per “scrittura” io intendo una cosa, e la maggior parte degli aspiranti scrittori ne intende un’altra.
Vivere dei soli proventi derivati dalla scrittura di proprie opere di narrativa è quasi impossibile. In Italia credo ci riescano in pochi.
Vivere dei proventi derivati da lavori vari in ambito editoriale (compresa la scrittura di proprie opere di narrativa) è fattibile.
Al giorno d’oggi uno “scrittore” è più facile che sia un “professionista dell’editoria” a 360° che un semplice scrivi-storie. Lo scrittore di oggi traduce, offre consulenze editoriali, fa l’editor o il lettore/selezionatore, aiuta in redazione producendo testi utili all’editore (articoli, recensioni, prefazioni, presentazioni, comunicati). Molti degli “scrittori professionisti” che conosco sono giornalisti, editor, curatori di collane, redattori di riviste, responsabili della comunicazione: passano le giornate a scrivere, ma non solo narrativa.

[Antonio Ferrara]: Pubblicare con un “grande” editore é impossibile o cosa?

[Alessio Valsecchi]: Si tratta di una cosa possibile e avviene ogni anno a decine e decine di autori. Basta andare in libreria e leggere la quarta di copertina di libri di grandi editori per rendersene conto: moltissimi libri sono scritti da autori al debutto. E vale anche per Mondadori. Che i grandi autori non pubblichino esordienti è una leggenda metropolitana facilissima, dati alla mano, da smascherare: spesso gli aspiranti scrittori scelgono inconsapevolmente di crederci, probabilmente per giustificare (consapevolmente o ionconsapevolmente) i propri insuccessi.

[Antonio Ferrara]: Concorsi letterari. Ci si può fidare? Servono?

[Alessio Valsecchi]: Dipende da cosa si aspetta l’autore da un concorso. Ce ne sono tantissimi e ognuno con le proprie caratteristiche. Un mio amico partecipa solo a quelli con premio in denaro, e lo fa solo per cercare di vincere soldi. Un altro partecipa solo per il gusto di gareggiare. Un altro ancora nella speranza di mettersi in mostra con qualche giurato o l’eventuale casa editrice che lo organizza.
Quindi ognuno deve chiedersi: dove voglio andare? Questo concorso può aiutarmi ad arrivare dove voglio? E decidere in base alla risposta.
Proprio in questi giorni ho lanciato la sesta edizione del concorso Nella Tela! (http://www.latelanera.com/nellatela/). Questo è un concorso adatto a chi si vuol mettere in mostra con una casa editrice (Edizioni XII, coorganizzatrice del premio) rischiando anche di strappare una piccola soddisfazione economica. I racconti migliori in gara verranno infatti letti da chi, all’interno della casa editrice, si occupa di scegliere i testi da pubblicare nelle proprie produzioni: non mi sembra un’occasione da poco se si vuole provare a pubblicare con noi.

[Antonio Ferrara]: Per le Edizioni XII dirigi la collana Mezzanotte (http://eshop.xii-online.com/store/information.php?info_id=31), dedicata alla narrativa thriller e d’avventura. Com’è lavorare con un editore?

[Alessio Valsecchi]: Edizioni XII è un editore piccolo che ci tiene a fare le cose bene. Non so come siano organizzati gli altri, per me lavorare con Edizioni XII è soprattutto fonte di stimoli (per le differenti e numerose situazioni da affrontare) sia un divertimento: lo staff della casa editrice è composto da elementi che frequenterei (e che in effetti frequento!) anche al di fuori del contesto editoriale, alcuni sono diventati veri amici, altri anche compagni d’avventura in altri progetti (editoriali e non). Insomma, è piacevole, e in una realtà “no profit” come la nostra credo sia fondamentale.

[Antonio Ferrara]: Il tuo consiglio a un bravo autore che vorrebbe fare il mestiere di scrittore?

[Alessio Valsecchi]: Oltre a rileggere una delle risposte che ho dato poco fa consiglio di provare a pensare con l’ottica dell’editore di turno, a sforzarsi di capire quali possono essere i suoi problemi, i suoi dubbi, le sue criticità. Provare a chiedersi “cosa posso fare per aiutare l’editore?” piuttosto che interessarsi esclusivamente a se stesso e a pubblicare a ogni costo.
Un bravo scrittore per una casa editrice non è solo uno “sforna libri”, è un elemento valido su più fronti.
Collaboratore, evangelizzatore, PR, critico costruttivo, consigliere, organizzatore di progetti. Ci siamo capiti, no? 🙂

[Antonio Ferrara]: Cosa vuol fare da grande Alessio Valsecchi?

[Alessio Valsecchi]: Vorrei approfondire alcuni temi che negli ultimi anni mi stanno affascinando sempre di più. Mi sono avvicinato a un mondo, quello del web marketing, che è per me di grandissimo interesse. Far diventare questa mia passione una professione a tempo pieno è uno dei miei obiettivi futuri.

Grazie per essere stato mio ospite.

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